giovedì 20 dicembre 2012

Il Sistema federativo

Pubblichiamo qui di seguito un interessante saggio che propone una organizzazione socioeconomica diversa da quella del sistema attuale, basata su piccole comunità autosufficienti. E' un modello utopico quello proposto che però da un certo punto di vista può essere realizzato all'interno delle moderne comunità dei villaggi rurali nel rispetto delle basilari regole di cittadinanza. Buona lettura...

di Piero Nigra
I livelli sistemici
Tutto l'Universo è governato dalle stesse leggi fisiche alle quali sottostanno sia le entità più semplici che quelle più complesse. La natura deve però "faticare" per organizzarsi e mantenersi in strutture stabili di complessità crescente, lottando contro una sua stessa legge fisica, che vuole che dall’ordine si passi al caos e non viceversa, se non con l’impiego massiccio di energia. Senza scendere nei dettagli del processo evolutivo, basterà dire che la natura ha creato le strutture più complesse assemblando tra di loro le strutture più semplici prodotte in precedenza. "L'unione fa la forza" é il motto col quale si può identificare questo meccanismo, cioè l'associazione coordinata di elementi simili in grado di comunicare tra loro.

giovedì 6 dicembre 2012

Lo Swadeshi di Gandhi: l'alternativa alla globalizzazione

Swadeshi significa autosufficienza, autonomia economica dei villaggi.
E’ l’opposto del concetto di globalizzazione dell’economia e proprio per questo ne rappresenta l’alternativa : questo documento, estratto da un testo redatto dallo scrittore S. Kumar, approfondisce il concetto Swadeshi parlando principalmente della realtà indiana ma la filosofia di base, autonomia e autogestione dei villaggi, è riportabile a tutte le realtà del globo, compresa quella occidentale. Per un mondo unito nella diversità.
 
“Secondo il principio swadeshi, tutto ciò che viene prodotto nel villaggio deve essere usato soprattutto dai membri del villaggio. Il commercio fra villaggi o quello fra villaggio e città dovrebbe essere minimo, quasi un’eccezione. Swadeshi evita la dipendenza economica da mercati esterni poichè essa potrebbe rendere vulnerabile la comunità villaggio. Il villaggio deve costruire una solida base economica per soddisfare la maggior parte dei suoi bisogni e tutti i membri della comunità-villaggio dovrebbero dare la priorità alle merci e ai servizi locali. Ogni comunità-villaggio dell’India libera dovrebbe essere un microcosmo dell’India, una rete di comunità liberamente interconnesse. Gandhi considerava questi villaggi così importanti che pensava che dovrebbe essere dato loro lo status di “Repubbliche Villaggio”.

San Cresci, il paese dove non finirà il mondo secondo la Future Map of the World


di San Cresci
Ormai tutti ne parlano e si legge ovunque quali saranno le località immuni dalla catastrofe per salvare la vita. San Cresci di Borgo San Lorenzo è uno dei luoghi sulla terra immune dalla fine del mondo. Si trova in Toscana in provincia di Firenze sull’Appennino tosco emiliano e, secondo il futurologo Gordon Michael Scallions che ha pubblicato la Future Map of the World, verrà risparmiato dall'apocalisse del 21 dicembre 2012.
Ragazzi è inutile andare dall’altra parte del pianeta: San Cresci è sicuramente più fattibile per arrivarci, soprattutto in termini di costi e distanze. Sarebbe bello trovarci tutti lì così da realizzare dopo il 21 una collettività di veri esseri umani vivendo in un eco villaggio.
La nuova era sarebbe caratterizzata da uno sviluppo sociale, ambientale ed economico migliore rispetto a quello attuale. Faremo un passo in avanti nell’evoluzione umana con un nuovo stato di coscienza per cui l’umanità acquisirebbe più ottimismo.

L'Era della scarsità

"Negli ultimi anni, stiamo assistendo agli effetti del raddoppio del prezzo del grano, che si manifestano sui segmenti più poveri dei paesi a basso reddito. In Paesi come la Nigeria, l’Etiopia o l’India, ad esempio, per una buona parte delle famiglie è normale prevedere giornate di digiuno. Non possono permettersi di mangiare ogni giorno e quindi la sera della domenica, ad esempio, decidono che, nella settimana entrante, digiuneranno al mercoledì e al sabato. Tutto ciò rappresenta un aggravamento del problema della fame nel mondo; finora ci eravamo preoccupati dell’allargamento del problema della fame nel mondo, ma questo ne costituisce un aggravamento. Ci sono milioni e milioni di famiglie in Nigeria, Etiopia, India o Perù che non possono permettersi di mangiare tutti i giorni, e così pianificano delle giornate senza cibo. E’ ovvio che non si tratta di una situazione molto sana. Io penso che la maggior parte della gente non ne sia consapevole, ma essa costituisce un serio pericolo per la futura stabilità politica, perché le persone arrivano al punto di non poterne più."
Lester Brown*

Competizione a livello planetario, per l’approvigionamento di cereali
"Mi chiamo Lester Brown. Vivo a Washington, D.C. Dirigo la Earth Policy Institute, una piccola organizzazione per la ricerca, un think tank che lavora sul progetto di un’economia per il futuro e un piano per crearla. Lo chiamiamo “Piano B”. Sul sito web dell’Earth Policy, potete vedere il libro “Piano B” online e capire le sue componenti principali. Continuare così non è più un’alternativa percorribile.
Il mondo è in una fase di transizione, da un’epoca dominata dal surplus, ad una dominata dalla scarsità. Sono in atto varie tendenze, che interessano sia la domanda che l’offerta e che portano ad un impoverimento delle scorte alimentari mondiali e ad un aumento dei prezzi. Questa situazione non è temporanea, si tratta piuttosto di una transizione di lungo periodo dall’abbondanza alla scarsità.

domenica 2 dicembre 2012

I Monasteri del Terzo Millennio

Iniziamo oggi il blog del progetto "San Cresci" con un breve saggio di Maurizio Pallante intitolato "I monasteri del terzo millennio", fonte ispiratrice della nostra azione...

di Maurizio Pallante
Nel corso del XX secolo la vita monastica in occidente ha subìto un declino inarrestabile. La maggior parte dei monasteri non ospitano più tra le loro mura comunità religiose e l'afflusso dei pellegrini è stato sostituito da comitive di turisti che si limitano a visitarne chiese e chiostri, ascoltando più o meno attentamente qualche riassunto storico delle vicende che hanno attraversato, osservando più o meno distrattamente le loro strutture architettoniche e le opere d'arte che contengono. Le uniche funzioni religiose che ancora si celebrano al loro interno sono, di tanto in tanto, matrimoni di coppie attratte più dalla bellezza e dalla suggestione dei luoghi che da una sintonia spirituale con chi vi si rinchiudeva per scelta di vita. Lo stesso impegno delle Amministrazioni pubbliche e delle Sovrintendenze ai beni artistici e culturali a preservarne l'integrità, o a recuperarla nei limiti del possibile quando sia stata intaccata dall'incuria e dalla trascuratezza derivanti dall'abbandono, è motivato nei casi più nobili da ragioni di carattere storico-culturale, più spesso dalla speranza di trasformarli in attrattori di turismo che facciano confluire sulle economie locali flussi di denaro aggiuntivi rispetto a quelli attivati autonomamente.